SpettacoliSpettacoli – 2013/2014
«Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli… Guy Debord, La società dello spettacolo
“Sulla scia del pensiero di Guy Debord, in un processo in fieri, non finito, Luca Capuano ricerca le tracce di questi “spettacoli” nel contemporaneo, raccoglie frammenti di immagini reali o riprodotte che incontra durante i suoi percorsi. Tracce sparse e caotiche, segni antropici, frammenti di territori, spazi interstiziali che non solo mette “in scena” ma risignifica a suo piacimento lavorando sulle combinazioni di senso, sull’assemblaggio, sugli opposti e le analogie, sull’ideazione di figure inedite dove ogni dettaglio, o ogni insistenza dello sguardo, partecipa a definire le fondamenta semantiche su cui l’altro o l’edificio stesso acquista significato e diventa segno leggibile, costruendo mosaici visivi intrecciati e comunicanti tra loro, dove non è tanto la singola opera ma il flusso emotivo della sequenza a spingerci a partecipare, le brevi storie, i frammenti diventano affreschi/racconti sulle cose del mondo….senza mai allontanarsi dal fascino del documento e della verosimiglianza in uno spostamento continuo tra contemporaneità e tradizione, tra capacita tecnologica e capacita poetica, vero e falso. Le immagini compongono un’unica installazione che occupa l’intero ambiente, disseminate sulle pareti con un’elegante disomogeneità di formato e di registro riuscendo a raccontare concetti inconsumabili di vita, morte, altrove…” Steve Bisson
“Il suo impatto a primo acchito letterale, perentorio sulla scena del reale, è solo simulato. Giacché qualunque istante, dopo una prima presa diretta, deve essere rielaborato, messo più a fuoco nell’officina delle idee, e soltanto al termine di un lavoro di montaggio in forma diegetica può uscire allo scoperto. Il potere, in tempo di pace, consiste appunto in questo poter raccontare. In questo viaggio fra reale e immaginario capita anche di riavvolgere il nastro temporale. Nel presente possono incunearsi immagini con la funzione del flashback. La fotografia ce le propone senza maschere da palcoscenico, senza virare nel fantastico, facendo ricorso all’allusione: gli basta spulciare in un archivio, e l’odierna civiltà delle immagini ne è sovraccarica, riciclare un frammento di memoria qualsiasi, non importa l’origine biografica, l’importante è che calzi a pennello sul personaggio del presente.” Pierfrancesco Frillici |